Five strings bass: maestria ed originalità formale

Renaud Garcia – Fons
 Di Francesco Peluso

Il contrabbasso è, come molti sapranno, uno strumento musicale appartenente alla famiglia dei cordofoni ad arco. Nato in Europa nel XVI secolo è dotato di quattro corde (Sol, Re, La, Mi) è in grado di produrre (se si esclude lo sperimentale ottobasso) il suono più grave di tutti gli archi, proponendo una modulazione sonora che avviene tramite l’archettato o il pizzicato (il primo attraverso l’attrito dell’archetto sulle corde, il secondo pizzicando le stesse con le dita della mano destra).

Nel corso del XX secolo il contrabbasso si è progressivamente affermato nel Blues e nel Jazz, in particolare in quest’ultimo genere musicale, elevandosi da strumento di mero accompagnamento e sostegno armonico a vero e proprio strumento solista. Non solo “walking bass” – stile in cui le note sembrano seguirsi l’una dopo l’altra così come i piedi che si alternano quando si cammina (to walk)- ma anche libera improvvisazione solistica connotano il prezioso ruolo del contrabbasso nel Jazz contemporaneo. Paul Chambers, Ron Carter, Oscar Pettiford, Charlie Haden, David Holland, Gary Peacock, John Patitucci, ma soprattutto il “genio” Charles Mingus, hanno innalzato nel jazz il contrabbasso al pari di altri strumenti, quali sassofono, tromba, batteria.

Dalla fine dei sessanta il basso elettrico ha sostituito il contrabbasso nel Rock-Jazz e nelle robuste performance live, apportando modifiche alle canoniche quattro corde con strumenti a cinque o sei corde, utilizzati prevalentemente in formazioni elettrificate. Nel contrabbasso, invece, l’originale struttura non ha conosciuto particolari evoluzioni, fatta eccezione per alcune artificiose modifiche (vedi l’aggiunta di una temporanea propagine del manico e relativa corda nel contrabbasso di Ron Carter) o il “Five strings upright bass” esaltato dalla maestria di Renaud Garcia-Fons.

Nato in Francia ad Origin nel 1962, Renaud Garcia-Fons racchiude nel suo strabiliante fraseggio una sintesi linguistica fra Jazz, Classica e World Music, miscelando riverberi etnici francesi e catalani in un crogiuolo di sonorità trasversali ricolme di riferimenti alla musica colta. Il suo strumento, che vede l’aggiunta di una quinta corda e l’innalzamento di un tono dell’accordatura (Mi, La, Re, Sol, Do), gli offre l’opportunità di sfoggiare una timbrica che spazia dalle frequenze gravi del contrabbasso a quelle acute tipiche di un violoncello. Il sontuoso archettato e la possente cavata permettono al virtuoso d’Oltralpe di offrire un groove tanto energico quanto carezzevole, che si fonde alla perfezione con gli strumenti dei partners coinvolti o si esalta nelle personalissime esecuzioni in solo.

Folgorato dal suo sconfinato groove, scoperto nell’incantevole disco del Gianluigi Trovesi Nonet A Night Midsummer’s Dream (ENJA 2000), negli ultimi anni, sempre per la prestigiosa etichetta tedesca, Renaud Garcia-Fons ha pubblicato un cospicuo novero di lavori dal rilevante spessore artistico, a cui si affianca una superba qualità sonica di altissimo livello. Arcoluz (ENJA 2006), La linea del sur (ENJA 2009), Mediterranees (ENJA 2010), Solo – The Marcevol Concert (ENJA 2012 CD+DVD) e Beyond The Double Bass (ENJA 2013) rappresentano uno spaccato della carriera del musicista e compositore francese, in cui ci si può inoltrare nel suo originale verbo musicale e nel suo incredibile virtuosismo tecnico.

Di recente, per l’etichetta E-MOTIVE RECORDS, il funambolico contrabbassista ha pubblicato Silk Moon (2014) e in compagnia del pianista spagnolo David Peña Dorantes il lavoro Paseo A Dos (2015), donando ai suoi fans un incontro a due voci ricolmo delle forti coloriture del flamenco innervate da un ventaglio di travolgenti preziosismi ritmici. La cifra flamenquera del musicista ispanico offre al variegato lessico di Garcia-Fons l’opportunità di addentrarsi fra i più nascosti meandri delle sonorità del proprio strumento passando, con estrema naturalezza, dal pizzicato all’archettato e realizzando, con ammirato stupore per chi ascolta, quei veloci e turbinanti trasformismi dai timbri caldi e possenti del classico contrabbasso alle ammalianti rugosità del violoncello.

Il “Five strings bass” diviene, nelle mani dell’imprevedibile Renaud, uno strumento multiforme: in Molto Enrollado (Bulerías), ad esempio, il frenetico arpeggio raggiunge un ‘impressionante rapidità linguistica. Definito in patria il “Paganini” del contrabbasso, sbirciando qua e là nel canale Youtube si può verificare la fantasiosa postura che lo vede imbracciare, in alcuni video, il contrabbasso al pari di una chitarra ed utilizzare il plettro per percuotere a velocità vertiginosa le cinque corde.

Eppure, malgrado una strabiliante tecnica, sia Dorantes che Garcia-Fons, lasciano permeare nelle pieghe dei nove brani del disco una coerenza estetica che fonde le tipiche accezioni del flamenco ad una profonda e toccante liricità dal tratto malinconico. Dalla cameristica atmosfera di Entre las Rosas (Guajiras) e il vorticoso andamento di Mar y Rayo (Garrotín y Livianas) alle distese ambientazioni di Palabras de Ensueño (malagueña) e Amanecer, Paseo A Dos delinea i contorni di un lavoro in cui le macchie di colore propongono, anche nei passaggi più sfumati, tinte dalla tonalità decisa in cui il “Five strings bass” assume un ruolo centrale e caratterizzante per un discorso musicale dalla matrice originale e, al contempo, rispettoso della tradizione.

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